Queste le dichiarazioni dei consiglieri di Italia Viva Francesco Casini e Francesco Grazzini
“Oggi in Consiglio Comunale si è chiuso un anno di lavoro serio e approfondito della Commissione Politiche Sociali (Commissione 4) sul carcere di Sollicciano. Ringraziamo il presidente e tutti i commissari: è stato un percorso fatto di ascolto, incontri e confronto diretto con tutti gli attori coinvolti – dai detenuti alla polizia penitenziaria, dalle associazioni al personale dell’ASL, fino al cappellano e ai volontari.
Abbiamo visto e ascoltato tutto ciò che si poteva vedere e ascoltare. La fotografia emersa è chiara e condivisa: le condizioni strutturali e igienico-sanitarie del carcere sono inaccettabili e devono essere affrontate con urgenza. Questa è la premessa “obbligatoria” per qualsiasi ragionamento su Sollicciano.
Ma ciò che emerge ancora più fortemente – e che a nostro avviso rappresenta il cuore della questione – è il tema del lavoro. Lo dicono i detenuti, lo confermano i dati: la possibilità di lavorare è lo strumento più efficace per ridurre la recidiva, che in Italia resta troppo alta. E soprattutto, il lavoro restituisce speranza, condizione essenziale per rendere vera la funzione rieducativa della pena prevista dall’articolo 27 della Costituzione. Speranza, dignità, utilità sociale: da qui bisogna partire.
È poi giusto, e necessario, continuare a sollecitare Parlamento e Ministero – i veri soggetti titolari delle competenze – affinché intervengano. Come Italia Viva lo abbiamo fatto, presentando con il nostro deputato Roberto Giachetti una proposta concreta per ridurre il sovraffollamento.
Ma anche il Comune deve fare la sua parte. Sappiamo che le competenze dell’ente locale sono limitate, ma proprio per questo il poco che possiamo fare assume un valore ancora più importante. In particolare, il Comune può e deve agire sull’urbanistica dell’area circostante il carcere e, soprattutto, sul tema del reinserimento post-detentivo: creare opportunità per chi esce dal carcere, attivare percorsi di esecuzione penale esterna, non lasciare sole le persone appena liberate.
Come molti altri gruppi consiliari, non abbiamo presentato una contro-relazione: crediamo che su un tema come questo sia fondamentale costruire unità e responsabilità condivisa. È un segnale positivo infatti che tanti ordini del giorno collegati alla relazione siano stati firmati trasversalmente da tutti i gruppi.
Ora che però abbiamo cristallizzato un’immagine così drammatica, non possiamo fermarci qui. Non basta sollecitare il Ministero. Abbiamo il dovere di prenderci la nostra parte di responsabilità.
Durante il sopralluogo a Sollicciano, i detenuti ci hanno consegnato una lettera con tre richieste chiare: “attenzione, supporto, intervento”. Sulle prime due abbiamo lavorato e continueremo a lavorare. Ora tocca alla terza: nei prossimi quattro anni dobbiamo trasformare le proposte contenute nella relazione in interventi reali. Se anche una sola persona detenuta in più troverà lavoro o sarà accompagnata meglio grazie a questo impegno, allora potremo dire che il lavoro fatto avrà avuto davvero un senso”