Oggi l’edizione fiorentina de La Repubblica ospita un mio intervento sul dibattito intorno alle prossime elezioni regionali.
Io penso che il prossimo Presidente dovrà avere prima di tutto “un tocco da Sindaco”. Potete leggerlo qui sotto.
UN PRESIDENTE CON IL “TOCCO” DA SINDACO
Alle prossime regionali la destra sogna di conquistare la Toscana cavalcando il populismo in tutti i campi: sicurezza, sanità, grandi opere. E noi? È da qui che credo si debba partire nel dibattito che si è aperto. Per vincere farà la differenza la proposta che il Pd e il centrosinistra sapranno mettere in campo, accanto alla solidità dei nostri valori, stella polare da rivendicare. Da amministratore, ho un’idea del presidente che vorrei e delle cose che andrebbero fatte. Non è il nome che assedia i miei pensieri: quel che immagino è un presidente che abbia il “tocco” del sindaco. Un buon sindaco non fugge davanti ai problemi, li affronta anima e corpo, non si presenta ai cittadini senza idee o peggio con idee confuse. Così, il presidente che vorrei dovrebbe dimostrare capacità di ascolto, concretezza, coraggio delle decisioni anche quando non accontentano tutti, l’ambizione di farsi garante della comunità nella sua interezza e nelle sue diversità. Il centrosinistra, qui, vince e si conferma dove propone questo profilo amministrativo. Per questo, spero che i sindaci abbiano un ruolo importante nella scrittura del programma per la Toscana di domani e che il nuovo presidente governi con i sindaci accanto, suoi primi collaboratori. Non credo nel “partito dei sindaci” ma credo che non ci sia futuro per un partito o un governo che non passi dai sindaci. Specie in una “regione dei comuni” come la nostra, dove è fondamentale che anche il Pd sappia comportarsi con la stessa chiarezza e responsabilità quotidiana, onere e onore di tanti suoi capaci amministratori. Tutto ciò partendo da un lavoro coraggioso e deciso sui contenuti, base di ogni ragionamento in vista delle regionali e perno di una forte alleanza, che spero possa coinvolgere unitariamente intorno all’asse del Pd, la sinistra, i moderati e le migliori espressioni del civismo, a partire da quello ambientalista. Tra le priorità, il potenziamento di un welfare che continui ad essere esemplare, la valorizzazione di paesaggio e ambiente, investimenti su giovani talenti, innovazione e semplificazione per un territorio di opportunità in grado di dare risposte rapide a chi vuole investire, attrarre nuove energie, creare occupazione. Ma anche il coraggio di portare avanti le grandi opere come il tram, che riguarda da vicino il mio Comune, o la nuova pista dell’aeroporto fiorentino, accogliendo come sfida positiva la richiesta di confronto di chi non è a favore. Su dialogo, temi e ricerca di unità, va dato merito a tutto il Pd della Toscana, sulla scia del risultato alle amministrative, di aver intrapreso un cammino costruttivo. Lo stesso spirito servirebbe a livello nazionale: coesione e chiarezza per essere più incisivi. Anche in questo, in Toscana, abbiamo le carte in regola per vincere e diventare modello di governo.